Quali sono i modi di rappresentare il "male" e il "mostruoso" nell'immaginario collettivo? Avvalendosi di esempi folclorici, cinematografici e letterari, i due autori raccontano in queste pagine come la nostra cultura abbia raffigurato tali categorie in personaggi estremi che assumono le forme dell'orco, del vampiro, dell'alieno, del defunto che viola i confini tra lo spazio dei morti e quello dei vivi. Queste creature permangono nell'universo contemporaneo, pronte a nuove evoluzioni e nuove trasfigurazioni. Nello svelarlo, il libro condurrà il lettore lungo un percorso che, muovendo da radici folcloriche, esplora la più forte concettualizzazione del male: quella che tende a una negatività assoluta, quasi metafisica. Eppure, ci si deve chiedere, queste storie ci parlano davvero di figure radicalmente non umane, indecifrabili e aliene, o non sono piuttosto strumenti per definire ciò che siamo e come sono disegnati i nostri sistemi di valori? Il percorso che gli autori tracciano in questo immaginario "negativo" parte da fiabe classiche, passa attraverso racconti e romanzi fondamentali come Carmilla e Dracula, per arrivare a opere cinematografiche chiave come Nosferatu, King Kong, la saga di Alien, Il Sesto Senso, Matrix, e lo fa in modo tale da rivelare, accanto ai modelli codificati della cultura, anche inattese dimensioni di significato.
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Titolo: Comunque umani. Storie di mostri, alieni, orchi e vampiri: un'analisi semioantropologica
Autore:
Guido Ferraro,
Isabella Brugo
Editore: Meltemi
Data di Pubblicazione: 2018
Pagine: 248
Formato: Brossura
ISBN: 9788883537851