È innegabile: i romanzi polizieschi classici, e i loro protagonisti, privilegiano lo sviluppo logico della storia e un'indagine basata sulla finezza delle deduzioni e sul ragionamento. E logica e ragionamento richiamano ovviamente la pratica della matematica. Ma chi si serve meglio della matematica, i delinquenti o i poliziotti? Quanta matematica c'è nel DNA degli uni e degli altri? Carlo Toffalori, logico matematico e appassionato di libri gialli, scruta con la sua lente di 'scienziato' Sherlock Holmes e il dottor Watson, Agatha Christie e Hercule Poirot, Nero Wolfe e Archie Goodwin, Simenon e il commissario Maigret, ma anche Poe e Borges, gli scacchisti e le macchine pensanti, e altro ancora. Insieme a lui abbiamo così modo di scoprire che la matematica può mettersi al servizio del bene come del delitto, che esistono investigatori matematici come assassini matematici e soprattutto che la 'regina delle scienze', con la sua apparenza di ineffabile razionalità, non è fredda e onnipotente come in genere si immagina, ma è soggetta alle stesse passioni, agli stessi fremiti e a volte agli stessi orrori dei comuni mortali. Un rapporto, quello tra matematica e gialli, che in questo libro si rivela assai più esteso e radicato di quel che potrebbe sembrare. Con qualche inaspettata conclusione.
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Titolo: Matematico in giallo (Il)
Autore:
Carlo Toffalori
Editore: Guanda
Data di Pubblicazione: 2008
Pagine: 268
Formato: Brossura
ISBN: 9788882469498