Guerre di ampiezza sconosciuta, sogni di emancipazione infranti, sterminio: il XX secolo è stato il cimitero del futuro. Esistono dei testimoni: da Hermann Cohen a Emmanuel Lévinas, da Ernst Bloch a Leo Strauss, da Franz Rosenzweig a Gershom Scholem, da Walter Benjamin e Martin Buber a Hans Jonas. Sono tedeschi di origine o di cultura, ebrei e filosofi. La loro formazione, le loro preoccupazioni e il loro orientamento sono opposti ma spesso si incontrano: tra l'impegno sionista e forme eterodosse di marxismo, nella riscoperta di recondite tradizioni della storia ebraica, all'incrocio tra l'etica e la metafisica. Hanno in comune l'aver contribuito a introdurre nella filosofia un'inedita dimensione messianica. La ragione sta nel fatto che, nella loro critica del mondo, l'esperienza storica s'è parata dinanzi come un ostacolo che bisognava rassegnarsi ad accettare o tentare di superare per trarne un orizzonte rivolto al futuro, aperto all'utopia. I loro più grandi predecessori avevano annunciato il disinganno del mondo e proposto di pagarne il prezzo: le loro opere recano l'impronta di un morso del nichilismo. Tesi di Benjamin sulla storia, principio di responsabilità nei confronti delle generazioni future in Jonas, ridefinizione da parte di Lévinas delle forme dell'etica: queste alcune delle problematiche che d'ora in avanti irrigano la filosofia. Come comprendere il paradosso di questi pensieri la cui eco è tanto più universale quanto più essi si sono fatti inizialmente più ebraici?
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Titolo: Testimoni del futuro. Filosofia e messianismo nel Novecento
Autore:
Pierre Bouretz
Editore: Città Aperta
Data di Pubblicazione: 2009
Pagine: 858
Formato: brossura
ISBN: 9788881373727