Riconoscere e nominare 'le parti costitutive semplici di cui si compone la realtà' è, come ha mostrato Wittgenstein, assai complicato. Ed è per questo che nel tempo e nel campo del progetto della città la mossa elementarista è stata tentata e compiuta più volte. Quando era necessario consolidare un sapere nella forma di manuale di progettazione di una città gli elementi della quale erano noti, ma anche quando si trattava di fondare una posizione o di innovare in modi radicali la progettazione della città, rivendicando la messa a punto di nuovi materiali urbani. Progetti, teorie, modelli e utopie sono spesso indissolubilmente legati agli elementi urbani nei quali essi si rappresentano. Nella città contemporanea, frammentaria ed eterogenea, l'esercizio di Wittgenstein appare ancora meno scontato. La "Città elementare" affronta lo spessore teorico della mossa elementarista e riporta su un piano progettuale definito e specifico alcune delle questioni che attraversano i materiali della città contemporanea. "Reverse City", un'interrogazione sui caratteri del vuoto, "Pavillonsystem", composizione di oggetti discontinui entro uno spazio continuo e omogeneo, "un'architettura alta 1", riflessione sugli elementi che modellano lo spazio quando l'altezza tende a zero, attraversano la città contemporanea e gli elementi che la compongono.
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Titolo: La città elementare
Autore:
Paola Viganò
Editore: Skira
Data di Pubblicazione: 2002
Pagine:
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ISBN: 9788881186426