Forse tutti, almeno una volta, abbiamo visto raffigurato il ritratto del Buddha; un volto dal sorriso pacato, con gli occhi chiusi o appena aperti, che sa attingere a una qualità che si esprime dall'interno. Quel volto è semplicemente quello che mostra: l'immagine di un uomo che ha raggiunto uno stato di armonia. Un uomo che ha compreso, e che in questa comprensione ha potuto placare ogni turbamento. Un uomo sereno. Egli non ha insegnato la serenità, né mai si è proposto di raggiungerla, ma ha semplicemente cercato una Via che portasse alla liberazione dal dolore. E, in questo, ha trovato e reso possibile per chiunque la più completa e immobile serenità. Non è del tutto pertinente definire in senso stretto "filosofia" la risultante del percorso di ricerca del Buddha. In lui non si poneva infatti la domanda sull'origine di tutte le cose, né sul concetto di Dio, e neppure era presente alcuna visione escatologica. Il suo unico scopo era trovare una Via di liberazione dalla sofferenza, e ogni sua intenzione - più che speculativa - fu essenzialmente pratica. La meta raggiunta, il suo "risveglio" non fu una comprensione, ma una realizzazione, uno stato esistenziale. Fu chi cercò di "spiegare" successivamente il processo che egli visse, che pose le basi di una filosofia "buddhista". Egli in realtà non se ne curò affatto: possiamo dire che questa fu la sua straordinaria "filosofia".
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Titolo: Il grande libro di Buddha
Autore:
M. Maggio
Editore: Barbera
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 352
Formato: Brossura
ISBN: 9788878994393