"Habes, Serene carissime, quaepossint tranquillitatem tueri, quae restituere, quae subrepentibus uitiis resistant" così Seneca chiude il dialogo scritto all'amico Anneo Sereno che, confessandogli di essere assalito dal vizio dell'incostanza, chiedeva una cura ai suoi mali. Ma Seneca, medico dell'anima, rivolge questa sua opera, una delle più armonizzate e compiute del corpus, a tutti gli uomini affetti dalla stessa malattia di Sereno: quale consigliere di Nerone, all'apice del successo e della carriera politica, da anni al vertice della società romana, il prosatore-filosofo latino ben conosceva (e altrettanto bene sapeva descrivere) l'inquietudine dei suoi contemporanei divisi tra ambizione pubblica e desiderio del ritiro, amore dell'opulenza e aspirazione alla temperanza, noia della vita e timore della morte, orgoglio di appartenere alla classe dirigente della civiltà padrona del mondo e coscienza della caducità propria di ogni essere umano (soprattutto se sottoposto all'arbitrio di un signore assoluto). A costoro Seneca rivolge un invito alla moderazione, allo sforzo verso un difficile equilibrio psicologico che possa resistere alle trepidazioni offerte dalla vita di ogni giorno e garantire una tranquillitas il più durevole possibile; un obiettivo ambizioso, eroico nella sua apparente modestia, che ricorda al lettore come Seneca continui a essere direttore di anime anche quando sembra smorzare un po' i toni e moderare il rigore di maestro stoico.
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Titolo: De tranquillitate animi. Testo latino a fronte
Autore:
S. Costa,
Lucio Anneo Seneca
Editore: La Vita Felice
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 230
Formato: Brossura
ISBN: 9788877997463