A far scoccare la scintilla che ha acceso il fuoco di questa confessione a voce alta sul perché bisogna smettere di consumare carne per nutrirci, fu il trattato di Plutarco: "Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiare carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto". Ci fu un inizio anche in questo che, per alcuni, è l'origine di tante questioni che si legano alla aggressività e alla violenza che l'uomo esercita verso i propri simili. Ma per Marcela Iacub tutto è cominciato dalle ricerche condotte su una sentenza giudiziaria che condannava un uomo a un anno di reclusione per aver compiuto un atto sessuale su un pony. L'autrice, che fin dall'adolescenza ha mangiato carne di animali senza sentire alcun complesso di colpa, ha maturato da qui una conversione interiore che l'ha portata a rinunciare per sempre al consumo di carni. Questo libro è la storia di una passione finita e della scoperta di come gli animali, in quanto esseri sensibili, dunque soggetti al dolore, abbiano diritti che la società oggi riconosce loro soltanto raramente, magari distinguendo, senza fondamento, fra animali da compagnia e animali per l'alimentazione. Questo pamphlet smonta una volta per tutte i pregiudizi di comodo dei "mangiatori di carne".
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Titolo: Confessioni di una mangiatrice di carne
Autore:
Marcela Iacub,
L. Salvarani
Editore: Medusa Edizioni
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 120
Formato: Brossura
ISBN: 9788876982408