Perché una delle stagioni narrative più ricche della letteratura italiana non ha prodotto nessun capolavoro? Che fine hanno fatto, intorno alla metà del Cinquecento, la libertà romanzesca e la leggerezza ironica dell' "Orlando Furioso"? E a che pubblico erano destinati i lunghi poemi d'avventure stampati a decine in quegli anni? Queste sono alcune delle domande da cui trae spunto il libro di Guido Sacchi, dedicato alla letteratura narrativa in versi compresa tra Ariosto e Tasso. Lo studio delle strategie editoriali (paratesti, prefazioni) e delle forme narrative (l'intreccio, l'istanza autoriale, l'ironia) permette di illustrare la varietà di una produzione abbondante e spesso sorprendente, e al tempo stesso di far emergere le linee di forza di uno sviluppo che rispecchia l'evoluzione della cultura rinascimentale (crisi della società di corte, disciplinamento etico e religioso). L'indagine approda così a un quadro storiografico molto ampio, che mette in relazione centro e periferia, letteratura d'élite e produzione di consumo, esigenze commerciali e riflessioni accademiche, e che permette di riscoprire molte figure dimenticate di questa stagione ricca di esperimenti. L'appendice al volume accoglie altri interventi sulla letteratura cinque-secentesca.
Prezzo: € 30,00
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Titolo: Fra Ariosto e Tasso: vicende del poema narrativo
Autore:
Guido Sacchi
Editore: Scuola Normale Superiore
Data di Pubblicazione: 2007
Pagine: 426
Formato:
ISBN: 9788876421839