Accolto con ammirazione da scrittori e critici come Antonio Tabucchi sul "Corriere della Sera" e Stefano Giovanardi su "La Repubblica", vincitore del Premio Fiesole, il primo romanzo di Valerio Aiolli, "Io e mio fratello", ha sorpreso per la capacità di raccontare un pezzo di storia d'Italia a partire dallo sguardo di un bambino sulla propria vita familiare. Questo talento particolare di dipingere il quadro a partire dal dettaglio (che Tabucchi nella sua recensione ci aveva messo in guardia dal ridurre a minimalismo), lo ritroviamo nel nuovo romanzo, "Luce profuga". Pietro riceve in eredità dal padre una ditta - vendita di legno - stretta tra difficoltà finanziarie e trasformazioni del mercato. Con riluttanza la prende in mano. La sua crisi non è solo professionale, ma umana. E' separato, trascorre qualche pomeriggio noioso con il figlioletto Simone, va dalla "psaico", non sa prendere decisioni o teme di prenderle sbagliate, ha un segreto che lo tormenta. Un prete che legge Brandys e Kierkegaard risponde alla sua richiesta di aiuto ("Fammi fare qualcosa. Fammi aiutare i bambini o i vecchietti...") portandogli in ditta un rifugiato bosniaco. Goran - è il nome dell'immigrato - sconvolgerà il suo già dissestato equilibrio nel lavoro e nella vita privata. Mentre nell'opprimente paesaggio della piana di Sesto Fiorentino si levano i proclami razzisti di Radio Madison, Pietro e i suoi dipendenti dovranno confrontarsi con quest'uomo venuto da un mondo sconosciuto e minaccioso. Pietro dovrà anche fare i conti con il proprio segreto e infine decidere cosa fare, da che parte stare nel dolore del mondo.
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Titolo: Luce profuga
Autore:
Valerio Aiolli
Editore: EO
Data di Pubblicazione: 0
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788876414367