Ci sono luoghi famosi che finiscono sui libri di Storia e Geografia o sulle più importanti riviste nazionali. Altri luoghi dimenticati dal mondo e dalle Istituzioni, come Lampedusa, che sulla cartina geografica sono solo un puntino invisibile e che, pur finendo sui telegiornali per fatti di cronaca che ne deformano l'immagine reale, sono e resteranno sempre il più grande laboratorio naturalistico e umanitario del Mediterraneo. Un'isola che è un "bonsai" di umanità e accoglienza, i cui pescatori e abitanti hanno scritto la vera storia con le loro gesta, la loro identità isolana, la loro isolitudine. Quella storia che non leggeremo mai sui libri ma che è possibile ascoltare direttamente da chi questa terra la vive ogni giorno e la ama incondizionatamente. Di Lampedusa ci parla Caterina Famularo, pseudonimo "Jazira", che in arabo significa "isola", la sua amata terra, definita dai mass media "isola degli sbarchi", alla quale l'autrice, di contro, vuole dare libera voce, lasciando parlare i sentimenti, gli stati d'animo nonché i disagi, le rinunce, l'animo accogliente e la resilienza degli isolani, eternamente destinati ad uno stato di solitudine e abbandono ed a scelte difficili. Una resilienza che è simboleggiata dal giglio marino, fiore del mare che viene piegato continuamente dal vento senza spezzarsi, e che diviene personificazione dell'animo sensibile e forte dell'autrice e della sua stessa terra, in un legame simbiotico rappresentato dall'Isolitudine.
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Titolo: Il giglio marino di Lampedusa. Frammenti di isolitudine
Autore:
Caterina Jazira Famularo
Editore: Armando Siciliano Editore
Data di Pubblicazione: 1900
Pagine: 272
Formato: copertina-morbida
ISBN: 9788874429882