Quella delle bambine operaie-schiave del sumangali, nell'India del Sud, è una di queste. Pur essendo illegale dal 1961, in India persiste tuttora la consuetudine della dote, secondo la quale le ragazze devono offrire alla famiglia del futuro marito una rilevante somma di denaro. Nei villaggi le famiglie, già povere, non sono in grado di far fronte a questa spesa, così molte ragazze decidono di accettare un impiego nelle industrie tessili e manifatturiere in città, attratte dal sistema del sumangali ("matrimonio" in lingua Tamil), che consiste nella promessa di fornire alla lavoratrice, al termine di un periodo di tre anni, una somma consistente di denaro da utilizzare come dote. Per tre anni le ragazze vivono e lavorano all'interno di moderni lager che racchiudono le unità produttive; raramente viene concesso loro di uscire. Con l'esiguo salario devono coprire tutte le spese, compreso il vitto e l'alloggio e l'acquisto periodico delle uniformi da lavoro. A causa delle insalubri condizioni di vita e di lavoro, molte operaie lasciano le fabbriche prima della scadenza dei tre anni, andando così a perdere ogni diritto acquisito. Quelle che invece resistono e sopravvivono, senza incorrere in incidenti o malattie, ricevono una somma compresa tra i 500 e gli 800 euro, pari a oltre un quarto del loro stipendio. Al tema dedichiamo il Dossier realizzato dal fotogiornalista Alessandro Brasile.
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Titolo: East. 33.Le operaie bambine del sumangali
Autore:
Editore: Cooper
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 159
Formato: Brossura
ISBN: 9788873941767