Che mora la morte

Giampaolo Correale

«... Carrasco è un vero nemico della morte, come avrebbe voluto Elias Canetti: testimone auricolare della propria vita, combatte il desiderio di morte con il culto della memoria e con una curiosità perennemente inesausta nei confronti delle persone che ha incontrato... Assorbite, non senza reazioni e proteste, la fine delle speranze, e l'involgarimento generale di cultura e politica, ha la forza di rivisitare la propria vita (con il piccolo aiuto di un bicchiere di plastica che nasconde gradazione alcolica e quantità di ciò che si beve...). Una visita al marmista Titta, sul GRA, e la visione di un cimitero impersonale di sole lapidi in mostra per i clienti, innescano in Carrasco l'immaginazione - incontrando gli altri, ma anche riflettendo sulle proprie esperienze - di poesie alla maniera di Edgar Lee Masters. Epitaffi che si possono meritare senza dover morire veramente. Incontrando, ricordando, immaginando possibilità non vissute, tra Cecilia, Benedetta, Francesca, Luisa e Laura Carrasco rivive la propria educazione sentimentale. Scrivere gli era impossibile, ma non scrivere (non ricordare) sarebbe stato ancora più doloroso. Come rammaricarsi, del resto, "di atti privi di gerarchie emotive", come sono gli atti della vita?».

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Titolo: Che mora la morte
Autore: Giampaolo Correale
Editore: Ibis
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 171
Formato: Brossura
ISBN: 9788871643625