Di cosa parla la filosofia? A cosa serve? E a chi si rivolge? A tali quesiti, che da sempre stimolano la riflessione filosofica, gli specialisti offrono oggi risposte così disparate da suscitare nel lettore un profondo senso di smarrimento. Tanto che si parla di 'fine della filosofia'. In anni recenti, tuttavia, si è venuta delineando in Francia una corrente di pensiero abbastanza uniforme, battezzata ora poststrutturalismo, ora decostruzionismo, ora postmodernismo, che pare assegnare alla filosofia un unico obiettivo: riaffermare la libertà dell'uomo, la sua dignità di esere libero.Tale è la scommessa di Deleuze, Barthes, Derrida, Nancy, Lyotard, Foucault. Ma in che modo questi autori articolano il proprio discorso? Qual è stato il loro percorso intellettuale? E qual è stata la loro influenza su altre figure francesi e italiane che - rilanciando o denunciando la filosofia come 'pensiero libero' - hanno continuato a erodere i confini tra filosofia e arte (Marin, Didi-Huberman), filosofia e letteratura (Genette, Compagnon, Lacoue-Labarthe), filosofia e religione (Vattimo, Rovatti), filosofia e storia (de Certeau, Ginzburg), filosofia e psichiatria (Bodei, Maldiney)? In che modo, ancora oggi, la filosofia sopravvive alla sua fine, ridefinendo la nostra umanità, a dispetto dell'avventata profezia dello strutturalismo sulla morte ormai prossima dell'uomo?
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Titolo: Il pensiero libero. La filosofia francese dopo lo strutturalismo
Autore:
Davide Tarizzo
Editore: Cortina Raffaello
Data di Pubblicazione: 2003
Pagine: 189
Formato:
ISBN: 9788870788099