Gli abiti hanno distinto nel tempo i mestieri e le classi sociali degli uomini, divenendo segni semantici di posizioni religiose, imperiali o regali; per questo, autori di ogni corrente letteraria si sono spesso lungamente dilungati, nelle loro opere, nel descrivere colori e fogge degli elementi di abbigliamento dei loro personaggi, reali o immaginari che fossero. Nell'opera di Pier Paolo Pasolini però, come lo sguardo acuto dell'autrice del presente saggio nota e indaga, ci si imbatte in citazioni di abiti che sembrano contenere anche altre valenze, che sforano la letteratura per entrare in ambito psicologico feticistico e voyeuristico, coinvolgendo anche l'ambito antropologico. Il vestito appare come un feticcio, qualcosa che sostituisce e testimonia una presenza in un'assenza, elemento che fa emergere la dolorosa impossibilità del fecondo scrittore e regista di condividere e possedere la realtà dei giovani proletari.
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Titolo: Il diaframma di stoffa. Un significato degli abiti nella narrativa di Pier Paolo Pasolini
Autore:
Cinzia Nalin
Editore: Europa Edizioni
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 47
Formato: Brossura
ISBN: 9788868545475