Asta ha sette anni. Il fratello Orion, nove. Le loro giornate sono scandite dai ritmi dei programmi TV, delle letture della Bibbia, di un manuale scolastico e del Big Movie Book. Il loro mondo si articola intorno a questi tre "testi sacri", dalla mattina, quando la madre Loretta esce per andare al lavoro, fino a sera, quando torna a casa. Abbandonati all'universo degli oggetti da cui sono circondati, i piccoli sono prigionieri delle fissazioni maniacali della donna, che per loro ha inventato e perfezionato un sistema di protezione dal mondo reale. La scansione perfetta e monotona del tempo all'interno della casa in cui ogni mattina lei li chiude a chiave contribuisce così a edificare una cortina di menzogne: le finestre sono schermate perché fuori c'è la peste, la gente è quasi tutta morta, i corpi accatastati nelle strade sono preda di orribili bestie. Un universo che Loretta ha costruito secondo la grammatica di un incubo infantile, dal quale non ci si può salvare che isolandosi. Ma ecco, una sera, l'impensabile: la madre non fa ritorno. I bambini l'aspettano per due giorni. Sono affamati. Si spingono così fino alla stanza di lei e scoprono un passaggio che li conduce fuori. E il grande salto verso il mondo esterno, le sue strade sgombre di cadaveri, la sua illimitata libertà. Un mondo diverso da quello dei libri e del cinema, nelle dimensioni delle cose, negli odori, nel significato dei segni. Forse peggiore di quello che si sono lasciati alle spalle. O forse no.
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Titolo: La prigione di neve
Autore:
J. Elizabeth Watson,
D. De Silva,
G. Oneto
Editore: Fazi
Data di Pubblicazione: 2010
Pagine: 335
Formato: Rilegato
ISBN: 9788864111018