"Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità". Con questo aforisma, lo scrittore Joseph Conrad fotografa alla perfezione la realtà descritta in questo libro e, più in generale, fornisce una sintetica risposta a quanti (studiosi, antropologi e semplici "curiosi") si sono sempre interrogati sull'origine e sul significato della "malvagità". L'autrice tedesca Hanna Arendt, nel suo saggio "La banalità del male", asserisce che i folli crimini che portarono all'Olocausto nazista non furono generati da una precisa volontà di "fare del male" ma, bensì, da una sorta di esaltazione collettiva e dalla totale inconsapevolezza sul significato delle proprie azioni. Altri studiosi sono giunti ad una doppia conclusione: in alcuni casi è risultato lampante come il tipo di educazione, l'ambiente sociale e i traumi subiti nel corso dell'infanzia siano stati fattori essenziali nel condizionamento verso "il male"; in altri casi, invece, non è emerso nessun fattore esterno che potesse giustificare determinate azioni. In realtà, per tornare a Conrad, l'animo umano nasconde sempre, in modo intrinseco e imperscrutabile, un "lato oscuro": chiunque e in qualunque momento può diventare malvagio. E non importa quanto la fantasia di scrittori, registi, commediografi o sceneggiatori possa "volare alta" in quanto a cattiveria ed atrocità: la realtà rimarrà sempre imbattibile.
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Titolo: Gli uomini più cattivi di tutti i tempi
Autore:
Paolo Zelati
Editore: Liberamente
Data di Pubblicazione: 2010
Pagine: 144
Formato: Brossura
ISBN: 9788863112009