Diverse sono le interpretazioni che si sono date al tarantismo, ma il suo nucleo fondamentale risiede nella credenza che esso consista in uno stato di grave malessere, causato dal morso di un animale, la tarantola che pizzica preferibilmente le donne, durante il lavoro nei campi, al piede, alla mano o al pube, nell'ardore dell'estate; la terapia consiste essenzialmente in un complesso rituale coreutico musicale, alla fine del quale la vittima si libera del male. Sebbene già le fonti più antiche indichino la città di Taranto come la patria del tarantismo, dalla quale deriverebbe il nome della tarantola e della tarantella, in anni recenti l'attenzione si è concentrata soprattutto sull'area più meridionale della Puglia, il Salento, mentre la zona ionica, malgrado la quantità di informazioni esistenti e spesso disperse in pubblicazioni di diffusione locale, ha ricoperto un ruolo marginale. Scopo di questo volume è cercare di porre rimedio a una tale evidente distorsione e riattivare la curiosità e le indagini sul tarantismo tarantino, sui personaggi che lo hanno vissuto, sugli autori che lo hanno raccontato, sul mondo intriso di miseria e sofferenza in cui affonda le sue radici.
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Titolo: Gioconda miseria. Il tarantismo a Taranto . XVI-XX secolo
Autore:
Antonio Basile
Editore: Progedit
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 184
Formato: Brossura
ISBN: 9788861942745