«Il retaggio animale di Homo sapiens - scrive l'autore nell'introduzione - è inglobato nel suo corpo come in una serie di "matrioske" incluse l'una nell'altra, dal momento che una specie non emerge dal nulla e l'evoluzione opera attraverso un processo di "successive rifiniture" su un piano corporeo precedente, vincolando la successiva produzione di varianti. Dunque, proprio lo studio dell'Anatomia comparata permette di scoprire nella nostra morfologia la testimonianza di un'antichissima fase acquatica (il pesce che è in noi), della progressiva conquista delle terre emerse (il tetrapode che è in noi) e del definitivo affrancamento dalle fluttuazioni termiche dell'ambiente esterno grazie al nostro metabolismo endotermico (il mammifero che è in noi). Siamo anche in grado di dedurre, dallo studio delle nostre caratteristiche anatomiche, che un periodo ancestrale della storia evolutiva umana si è svolto nella chioma di antiche foreste tropicali dove ci slanciavamo, con presa sicura, tra un ramo e l'altro (la scimmia che è in noi). Scopo fondamentale dell'Anatomia comparata è, dunque, quello di analizzare la morfologia dei Vertebrati alla luce dell'evoluzione: come sosteneva infatti il biologo e genetista Theodosius Dobzhansky (1900-1975) "nulla ha senso in biologia se non alla luce dell'evoluzione". L'Anatomia comparata, in quanto materia eminentemente evoluzionistica, studia perciò gli adattamenti dei Vertebrati nel corso della loro storia evolutiva, attraverso l'analisi comparativa della forma e della funzione dei sistemi o apparati anatomici».
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Titolo: Il vertebrato che è in noi. Anatomia comparata ed evoluzione del corpo umano
Autore:
Vincenzo Caputo Barucchi
Editore: UTET Università
Data di Pubblicazione: 2022
Pagine: 656
Formato: copertina-morbida
ISBN: 9788860086211