Al vento della calvana

Franco Manescalchi

Mio padre, nel conversare, mi aveva lasciato due quesiti da risolvere e, a dire il vero, di non facile soluzione. Nonostante fossimo mezzadri senza una storia alle spalle, egli era uso dire: "In Orsanmichele c'è il nostro stemma", e poi: "Noi siamo gentili". Il primo quesito era apparentemente di facile soluzione. In quale data la nostra famiglia venne così cognominata? E perché? Dalla ricerca effettuata emerge una risposta positiva al primo quesito. Nel nostro albero genealogico è esistito, a Prato, un Bartolomeo "malischalco", ivi registrato nel 1460 nell'albo dell'arte dei Fabbri. Nel giro di un secolo i suoi discendenti, divenuti cerchiai a Schignano, si cognomineranno Meucci (rimasti a Schignano) e Manescalchi (tornati in Mugello).Il secondo quesito appariva quasi insolubile. Gentili perché? Dalla ricerca effettuata il nostro capostipite, Ubertinus, di San Lorenzo a Villore, proveniva da una linea naturale diretta degli Obertenghi Malaspina, imparentati con gli Uberti. Citiamo il Lami: nel primo Tomo di Sanctae ecclesiase florentinae monumenta, a p. 156 scrive: "Nel 1218 avea il Vescovado molte, o buone ragioni nella Corte e Castello di Vico di Mugello ab antico.

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Titolo: Al vento della calvana
Autore: Franco Manescalchi
Editore: Polistampa
Data di Pubblicazione: 1900
Pagine: 56
Formato: copertina-morbida
ISBN: 9788859621799