Il saggio, articolato in tre parti, offre una panoramica storico-critica sul repertorio per quartetto d'archi in Italia dal 1870 al 1924 - ossia dal "Quartetto" di Giuseppe Verdi al "Concerto" di Alfredo Casella - mettendone in mostra i caratteri, le forme, gli stili e i modelli attraverso serrate analisi e uno spoglio attento del materiale pubblicistico coevo: ne emerge un percorso tutt'altro che marginale, spesso originale e non privo di una specifica vitalità. L'autore prende le mosse dalle vicende del "Quartetto" di Verdi per poi analizzare i caratteri formali e scritturali dei due più interessanti quartettisti italiani del secondo Ottocento, Antonio Bazzini e Giovanni Sgambati; e ancora, le varie tendenze del periodo a cavallo tra i due secoli, descritte a partire dal commento di alcuni quartetti paradigmatici. Un intero paragrafo è dedicato alla produzione di Antonio Scontrino, esemplare tentativo di progressiva liberazione dall'influenza del post-romanticismo tedesco da parte di un compositore che proprio in Germania si era formato. Dopo il 1910 si fa più marcata e pervasiva la riesumazione del passato musicale italiano, che si caricherà ben presto di elementi mitici: dalla prima produzione di Gian Francesco Malipiero, al corpus quartettistico di Ottorino Respighi, al "Concerto" di Casella, che chiude il cerchio mostrando aperti strappi, ma anche insospettate continuità formali nei confronti della tradizione classico-romantica. Prefazione di fabrizio della Seta
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Titolo: «Una pianta fuori di clima». Il quartetto per archi in Italia da Verdia Casella
Autore:
Ennio Speranza
Editore: Edt
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine: 295
Formato: Brossura
ISBN: 9788859203582