Uno dei più grandi eventi che hanno caratterizzato il XVI secolo è stata la battaglia di Lepanto. Un epico confronto militare che comunemente viene identificato come lo scontro tra l'islam e il cattolicesimo, intesi come fedi religiose antagoniste. Volendo, si possono individuare anche altre ragioni. A quell'epoca il Mediterraneo era ancora, nonostante le scoperte di Colombo, un centro di potere che garantiva, a chi riusciva a possederlo, il controllo dei traffici commerciali. Il mare rappresentava, quindi, un teatro nel quale chi voleva esercitare un ruolo di leader, doveva interpretare il ruolo di attore protagonista. La conquista di Costantinopoli, caduta in mano ai turchi ottomani nel secolo precedente, comportò l'ingresso sulle scene di uno scomodo nuovo attore che intendeva fare anche il regista. Con una politica molto aggressiva essi cercarono, progressivamente, di assicurarsi il controllo dei traffici internazionali a spese delle potenze occidentali che, da secoli, li gestivano a proprio tornaconto: Spagna, Genova e Venezia. Le mire espansionistiche dei turchi erano finalizzate anche alla conquista di nuovi territori e quindi attraverso campagne militari terrestri si riversarono in Europa partendo da est. Con questi presupposti era inevitabile che, prima o poi, si arrivasse a una resa dei conti.
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Titolo: Cavalieri e corsari
Autore:
Ferdinando Ghidelli
Editore: Aletti
Data di Pubblicazione: 2020
Pagine: 136
Formato:
ISBN: 9788859164647