Con una vena critica, prima di tutto verso se stessa, l'opera vuole essere un breve "canovaccio" su cui imbastire ragionamenti più ampi, un timido spunto che è ben conscio delle sue profonde lacune. Si parte da situazioni assodate, da stereotipi per arrivare poi a riflettere sulla condizione di vita dell'uomo contemporaneo (che poi è la stessa dell'uomo di qualsiasi tempo) che, affannato del suo lento fluire, non riesce a trovare una propria dimensione esistenziale. Ed è questo, in fondo, il vuoto, che ci spinge a progredire, ad andare avanti e a non farci intimorire da quegli "scogli dolori" sui quali si rifrangono - dolorose come non mai - le onde della noia beffarda. L'opera si compone di un saggio e di una raccolta di poesie, righe nelle quali l'autore ha cercato solamente di ragionare assieme al lettore su quelli che sono quesiti ai quali forse nessuno mai riuscirà a dare una risposta concludente in assoluto. Assoluto. Già, perché forse è proprio di questo che mai riusciremo a riempirci. Non riusciremo mai a trovare un approdo definitivo, mai ad essere completamente ciò che vogliamo. Ed è in questo continuo strazio che troveremo la forza per dire ancora.
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Titolo: Gioia di vivere (La)
Autore:
Massimiliano Pagliaccia
Editore: Aletti
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788859100263