L'idea di questo volume è dare priorità all'opera, considerandola nella sua singolarità e nel suo carattere di testo, e all'amatore mettendolo in grado di leggerla direttamente, cogliendone il significato espresso dai segni del suo linguaggio. C'è uno squilibrio in Italia tra il bello accumulato nei millenni e la capacità di giudizio autonomo degli amatori d'arte. I critici non sono d'aiuto, a causa di una preparazione prevalentemente storica e filologica e non ermeneutica e didattica. Il loro linguaggio, solitamente ermetico, è più orientato a illustrare teorie estetiche che a una lettura diretta dell'opera. Questa, se valida, è singolare e difficilmente inquadrabile in schemi precostituiti. L'estetica è una disciplina che si sviluppa all'interno della filosofia, spesso a prescindere dalla produzione artistica reale. Accade così che i modelli teorici della critica vengono sovrapposti alle opere come uno stampo e se l'opera non rientra nella sagoma, si mantiene lo stampo e si dimentica l'opera. La linguistica testuale mette a disposizione strumenti di lettura e criteri interpretativi che ogni amatore può adoperare personalmente, ricorrendo, in un secondo momento o separatamente, alle fonti specialistiche, per l'approfondimento degli aspetti storici, filologici e tecnici di un'opera con la quale si è già familiarizzato.
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Titolo: Perché è bello ciò che è bello. La nuova semantica dell'arte figurativa
Autore:
Piero Trupia
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine: 192
Formato:
ISBN: 9788856847819