Una visione in 3D di un argomento stranamente eluso nella letteratura psicoanalitica perché affronta una sfida appassionante da prospettive diverse ma consonanti. Tutti gli autori, infatti, enfatizzano la dimensione relazionale dell'ipocondria, e sul piano tecnico sottolineano quanto siano necessarie nella cura prudenza, delicatezza e pazienza. Sin dalle origini, nella medicina antica, e nella psichiatria dell'Ottocento e del Novecento, per arrivare a Freud, l'ipocondria pone un problema: è una malattia "immaginaria" o una malattia "vera"? Dubita il paziente, che ossessivamente scruta il corpo alla ricerca di indizi per capire di cosa soffre. Dubita il medico su come trattarlo, come parlargli, come interpretare i suoi sintomi. Dubita lo psichiatra, e anche lo psicoanalista, su quale sia l'approccio più adeguato sul piano concettuale e soprattutto clinico. L'ipocondria rappresenta un'esperienza attraverso cui tutti passiamo in qualche momento della nostra vita. Ogni volta corriamo il rischio di scivolare nella somatizzazione, nella depressione o nella paranoia. Ogni volta, però, il lavoro psicologico inconscio, che è testimoniato dal "lavoro" dei sintomi ipocondriaci, è anche l'occasione per rinsaldare un sentimento sufficiente di integrazione del sé.
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Titolo: L'ipocondria e il dubbio. L'approccio psicoanalitico
Autore:
G. Civitarese,
V. Egidi Morpurgo
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 176
Formato:
ISBN: 9788856834970