Il cinese mandarino, ovvero la varietà che è lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese e di Taiwan, nonché idioma utilizzato da nutrite comunità di cinesi residenti all'estero, è spesso trattato nella bibliografia come caso prototipico di sistema morfologico "isolante" e, come tale, dovrebbe avere fenomeni di formazione di parola molto limitati e prediligere, quindi, "parole" monomorfemiche. Come è noto, tuttavia, nessun sistema linguistico è tipologicamente "puro" e il cinese moderno presenta, infatti, un'ampia gamma di processi di formazione di parole complesse, caratteristica che ha attirato l'attenzione di numerosi studiosi. Questo studio si propone di analizzare un insieme dei fenomeni di formazione di parola del cinese moderno per i quali pare appropriata l'etichetta di "derivazione". L'intento è di sopperire ad una carenza della ricerca di ambito morfologico e di linguistica cinese attraverso una caratterizzazione del fenomeno della derivazione in cinese che si basi su criteri coerenti a livello cross-linguistico. Pur essendo questo un lavoro analitico dedicato alla fase moderna del divenire storico della lingua cinese, sarà dato rilievo anche alla prospettiva diacronica, inserita nel quadro teorico della ricerca sulla grammaticalizzazione. L'opera si rivolge non solo a studiosi di linguistica cinese, ma anche a un pubblico più ampio di linguisti attenti alla prospettiva tipologica, in particolare applicata a questioni di morfologia.
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Titolo: La derivazione lessicale in cinese mandarino
Autore:
Giorgio F. Arcodia
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2008
Pagine: 256
Formato:
ISBN: 9788856803365