Che cosa succede se lasciamo gocciolare dell'acqua calda, anzi bollente, su delle pietre roventi? Le gocce sfrigolano per un istante per poi evaporare più o meno violentemente, lasciando a chi osserva l'impressione e il ricordo di qualcosa, di un incontro fra sostanze e fra stati della materia pronti a mutare, a reagire l'uno al contatto dell'altro. Bene: l'incontro tra le parole e il bianco della pagina, in quest'opera prima di Alessandro Orecchio, sembra produrre il medesimo meccanismo. È questa una silloge - ma forse sarebbe più corretto definirla una collezione di brevi componimenti in forma prosaica, sostenuti da un approccio e da un'intenzione poetica - che racconta un punto di vista sulle cose. Senza proclami, senza leggi universalmente valide per le meccaniche dell'universo e dei rapporti umani, senza insegnamenti. Ma (volutamente) soltanto manifestando su carta lo schizzo del pensiero estemporaneo, dello stato d'animo che muta e si evolve. In quest'opera il ventottenne autore messinese, ormai romano d'adozione, allinea una serie di istantanee della sua vita interiore, sintetiche e dotate di quell'ineffabile "effetto alone" che un certo uso delle parole produce sul mondo: perché in queste pagine le parole dicono e alludono, talora precise, nette ed esplicite; altre volte evocative, rese opache da simbolismi personali e inespugnabili.
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Titolo: Come gocce d'acqua bollente su pietre roventi
Autore:
Alessandro Orecchio
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Data di Pubblicazione: 2010
Pagine: 108
Formato: brossura
ISBN: 9788856734492