Da più di due millenni il paradiso terrestre, il Giardino piantato da Dio in Eden, è stato per il mondo occidentale il paradigma di ogni possibile felicità degli uomini sulla terra. E, tuttavia, esso è fin dall’inizio anche il luogo da cui la natura umana, caduta e corrotta, è stato irrevocabilmente scacciata. Solo il Regno dà accesso al Giardino, ma solo il Giardino rende pensabile il Regno. Ovvero: si accede alla natura umana solo storicamente attraverso una politica, ma questa, a sua volta, non ha altro contenuto che il paradiso - cioè, nelle parole di Dante, "la beatitudine di questa vita" Da una parte, tutti i sogni rivoluzionari dell’umanità possono esser visti come l’instancabile tentativo di rientrare nell’Eden, sfidando i guardiani che ne custodiscono l’accesso, dall’altra il Giardino resta invece come una sorta di traumatismo originario che condanna al fallimento ogni ricerca di felicità sulla terra. In entrambi i casi, il paradiso è essenzialmente un paradiso perduto e la natura umana qualcosa di essenzialmente manchevole. Attraverso una critica serrata della dottrina agostiniana del peccato originale e una appassionante rilettura del paradiso dantesco, la ricerca di Agamben prova invece a pensare il paradiso terrestre non come un passato perduto né come un futuro a venire, ma come la figura ancora e sempre presente e attuale della natura umana e della giusta dimora degli uomini sulla terra. Un paradigma politico, dunque, da articolare e distinguere dal Regno millenario, che ha fornito il modello alle utopie di ogni specie. Se solo il Regno può dare accesso al Giardino, solo il Giardino rende pensabile il Regno.
Prezzo: € 14,50
Titolo: Il regno e il giardino
Autore:
Giorgio Agamben
Editore: Neri Pozza
Data di Pubblicazione: 2019
Pagine: 120
Formato:
ISBN: 9788854518575