Fin dalla metà del XVIII secolo divenne un obbligo, per l'uomo di cultura, visitare la Svizzera. Artisti e viaggiatori si cimentarono nel ritrarre suggestivi paesaggi di montagne incantate, avvolte in atmosfere eroiche e silenziose, un regno ora sospeso nella quiete umida dei boschi, ora turbato dallo scrosciare di mille cascate. Ancora oggi può accadere di provare lo stesso stupore intraprendendo un viaggio lungo la linea ferroviaria della Jungfrau - la più alta d'Europa - e soffermandosi a osservare l'ampia distesa della Svizzera dalle gallerie a strapiombo sulla montagna, lasciando che nelle giornate limpide lo sguardo spazi verso il fondovalle, fino alla Foresta Nera e ai Vosgi e, all'arrivo, verso le cime maestose della Jungfrau, del Mönch e dell'Eiger. Tra i monti più alti d'Europa c'è una Svizzera medievale, austera e gotica, di cui ci parla il Castello di Chollon, addossato a uno scoglio sulle acque del Lago di Ginevra, con le sue labirintiche sale, i camini e i dipinti che rievocano la vita cavalleresca. E c'è la Svizzera del Settecento, quella di Baden, città termale dagli eleganti riti mondani, dove politica e frivolezza si mescolavano nel bel mondo dell'aristocrazia elvetica e tedesca. Il Paese delle montagne, del formaggio, del cioccolato e degli orologi è, in realtà, la nazione europea di più antico e radicato cosmopolitismo, conquistato dopo dolorose esperienze e gelosamente custodito anche negli anni del progresso economico e industriale.
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Titolo: Svizzera. Tra valli, valichi e cronometrica precisione
Autore:
Secondo Carpanetto
Editore: White Star
Data di Pubblicazione: 2006
Pagine: 128
Formato: Libro rilegato
ISBN: 9788854004832