"Slow News" ci insegna a rallentare per scegliere in maniera critica che cosa mettere nel paniere: per difenderci dalla disinformazione, per fare notizia, per diventare noi stessi giornalisti. "E la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente, niente!". In una pellicola degli anni Cinquanta il giornalista Humphrey Bogart lo diceva al criminale di turno, dando avvio alle rotative. Ma la stessa battuta, trasposta nella nostra società ipermediatica, sembra descrivere anche la situazione del consumatore di fronte all'assalto del ciclo continuo dell'informazione. Pensiamoci un momento: inconsapevolmente, ci facciamo imbonire da ventiquattro estenuanti ore di scoop e breaking news, approfondimenti e interviste, valutazioni degli esperti e immagini in esclusiva. Esondano dagli schermi della TV, dalle autoradio, dai siti dei quotidiani; ci raggiungono nella inbox dell'email e persino sul telefono. Ma abbiamo proprio bisogno di tutte queste notizie in tempo reale? Secondo Peter Laufer la risposta è no. Possiamo, dobbiamo essere noi a decidere attivamente che cosa è importante sapere, in quale momento e da quale fonte; solo così avremo il tempo di assaporare e digerire ciò che conta davvero. Perché l'informazione è vitale, tanto quanto il cibo, e una buona dieta mediatica deve essere nutriente e bilanciata.
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Titolo: Slow news. Manifesto per un consumo critico dell'informazione
Autore:
M. Fabbri,
Peter Laufer
Editore: Sironi
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 160
Formato: Brossura
ISBN: 9788851801595