Deve il medico dire sempre la verità ai pazienti? Oppure il dovere di veridicità dei medici può essere sospeso quando la differenza tra bugia e verità equivale alla differenza tra la vita e la morte? È mai permissibile mentire in ambito clinico per compassione o per sfruttare i benefici dell'effetto placebo? E se sì, come distinguere i casi in cui è moralmente giustificabile ingannare un paziente "a fin di bene" - e cioè, per ragioni paternalistiche - da quei casi in cui, invece, occorre essere onesti? Queste domande sono fondamentali per chiunque si trovi a prestare o ricevere delle cure perché "la verità" può a volte segnare in modo indelebile il destino di una persona e di chi la assiste. Eppure, l'etica medica contemporanea ha finora dedicato scarsa attenzione a questa problematica così centrale. Se a ciò si aggiunge che la formazione etica degli operatori sanitari è spesso inadeguata, e che i nostri giudizi morali tendono a essere intrinsecamente sbilanciati, esistono inoltre fondate ragioni per ritenere che ancora oggi i medici omettano e distorcano la verità ai pazienti molto più di quanto essi stessi siano portati a credere e, sfortunatamente, anche più di quanto sia eticamente giustificabile. In tale contesto, questo saggio propone e difende la teoria secondo cui il dovere di veridicità dei medici deve essere concepito come prima facie, e cioè come un dovere che occorre sempre rispettare a meno che ciò non contrasti con il più generale obbligo di prendersi cura del bene dei pazienti e a patto che si segua un processo di deliberazione morale adeguato. Perché la verità è sempre importante, ma non tutte le verità sono buone ai fini della cura, così come non tutti gli inganni sono necessariamente contrari al bene dei pazienti.
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Titolo: Verità e cura. Dalla diagnosi al placebo, l'etica dell'inganno in medicina
Autore:
Marco Annoni
Editore: ETS
Data di Pubblicazione: 2019
Pagine: 224
Formato:
ISBN: 9788846754660