Perché questo titolo? Perché in questo lasso di tempo storico che stiamo vivendo, ci si accorge che stiamo attraversando un periodo di trasformazioni epocali, e non ci sono più punti di riferimento, ma solo luci, se si è capaci di scorgerle. Luci peregrine, soffuse, sospese (anche diffuse) che possono indicare una direzione, ma senza un'affermazione perentoria. Si è provato a scorgerle nei capolavori della nostra tradizione letteraria e culturale, che hanno tuttavia risonanza universale. Si tratta di una rilettura, pedagogica, di diversa risonanza, di opere o romanzi di Arguedas, Kristof, Bellow, Mari e Morante. Sono luci che esplorano la condizione umana in tutta la sua genuinità ma anche brutalità ed eccessi: si tratta di una variegata rappresentazione, lucida, amara e talvolta paradossale; varietà a volte apparente perché dietro ad essa è riconoscibile la riflessione costante ed etica su conflitti, disagi, tensioni ma anche intorno a speranze, gioie e pulsioni. Luci che si possono incontrare in uno sguardo di un amico o nella persona amata, in un personaggio di un film, nel santo idioto di Dostoevskij, ma anche in uno studente a lezione, in un libro, in una persona incontrata per caso in autobus o alla stazione, in un compagno di strada: luce che fa luce, ma anche rischiara bivi, verso nascoste nostalgie e dichiarati futuri.
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Titolo: Luci peregrine, sospese, diffuse (e soffuse). Letteratura e formazione
Autore:
Roberto Albarea
Editore: Ets
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 128
Formato: Brossura
ISBN: 9788846742391