Gihad, termine evocatore di antiche paure, crociate, scontri di civiltà, è utilizzato sempre più di frequente per definire la guerra che l'Islam sembra aver dichiarato all'Occidente. Già tradurre il termine con l'improprio "guerra santa", invece che con il più corretto significato di "sforzo", comporta una distorta interpretazione di questa categoria concettuale che, sviluppatasi all'epoca dello splendore e dell'espansione della civiltà islamica, fu poi per lunghi secoli soggetta a una sorta di ridimensionamento, soprattutto dal punto di vista dell'agire concreto. Solo in epoca recente, riemergendo dagli antichi manuali di "fiqh" e di scienza militare dei primi secoli dell'Islam, il gihad è tornato alla ribalta con una connotazione decisamente diversa. Le pagine dei "fuqaha" che di gihad avevano scritto tanti secoli prima, sono state analizzate e rielaborate, spesso in senso eversivo e rivoluzionario, per le nuove generazioni di islamici votati al martirio, condensate nei nastri di migliaia di audio e videocassette, nelle prediche dagli schermi televisivi e nei personal computer. Al di là degli specifici contenuti o della congiuntura politica, buona parte del successo del messaggio propagandistico e militante del gihad va senz'altro imputata all'utilizzo intelligente e spregiudicato della tecnologia moderna. Oggi più che mai.
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Titolo: Dalla penna al mouse. Gli strumenti di diffusione del concetto di gihad
Autore:
P. Manduchi
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2006
Pagine: 256
Formato:
ISBN: 9788846478351