Più volte Naipaul è tornato con la memoria a quando, ancora bambino a Trinidad, sognava di diventare un grande scrittore. Ma non ci aveva mai raccontato con la vibrante immediatezza di queste pagine come si accostò alla scrittura e, prima ancora, alla lettura; come riuscì a crearsi, in una colonia alla periferia dell'Impero britannico, un mondo soltanto suo, estraneo alla letteratura sulla quale si era formato. Né ci aveva mai confessato in che misura il legame con l'India - 'la grande ferita' di tutti gli emigrati indiani nelle isole del Nuovo Mondo - abbia agito in profondità nella sua vita, suscitando un gioco drammatico di attrazioni e resistenze. A poco a poco, Naipaul capì che il compito della sua opera letteraria era la tenace esplorazione di quelle "aree di tenebra" che avevano segnato la sua infanzia e la giovinezza. E mentre ciò accadeva, mutava e si definiva sempre più nitidamente in lui il significato delle oscure potenze che rispondono al nome del leggere e dello scrivere. Questo viluppo di temi ha trovato voce nel 2000 nel saggio che dà il titolo al volume e, l'anno successivo, come per un naturale compimento, nel discorso tenuto in occasione del Premio Nobel.
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Titolo: Leggere e scrivere. Una testimonianza
Autore:
Franca Cavagnoli,
Vidiadhar Suraj Naipaul,
F. Cavagnoli
Editore: Adelphi
Data di Pubblicazione: 2002
Pagine: 116
Formato: Brossura
ISBN: 9788845916922