Come un organismo che guizza e respira, questo romanzo nato due volte nell'universo creativo di Nabokov - all'origine in russo e quarant'anni dopo in inglese - vive nell'occhio che coglie il gesto più remoto e più preciso dell'esperienza comune, quello che infallibilmente colpirà il segno e accenderà la "scintilla sensoriale". Il naturalista incantatore si concentra sul dettaglio, lo isola, lo disperde, lo rifrange e con noncuranza ci restituisce una realtà chiara e non più revocabile. In una Berlino immaginaria, riflessa nelle vetrine, nelle pozzanghere, nelle lenti degli occhiali e negli specchi - quelli che riverberano un'identità molteplice e quelli che ingigantiscono e deformano i tratti -, Nabokov seziona e riassume tre figure e tre gradi della coscienza, tre stadi della percezione di sé e degli altri: dal malessere profondo e ottundente alla gretta volgarità con il suo lessico primitivo, fino a un intreccio più sottile di aspettative e delusioni. Giocando con le visite a sorpresa di amanti e di mariti, con il trompe-l'oeil di falsi sbocchi e interpretazioni, con manichini semoventi e incidenti automobilistici, Nabokov ci descrive la bellezza vuota e rapace di una donna fredda, l'estasi labile e sgomenta di chi l'ammira, la felice astrazione di chi guarda e non vede.
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Titolo: Re, donna, fante
Autore:
E. Capriolo,
Ettore Capriolo,
Vladimir Nabokov
Editore: Adelphi
Data di Pubblicazione: 1996
Pagine: 290
Formato:
ISBN: 9788845912443