C'è un idolo dinanzi al quale i contemporanei, anche delle più opposte convinzioni, si mostrano bigotti: la società. Tutto viene ricondotto alla società quasi fosse la barriera ultima, oltre la quale non si distingue ciò che pure sarebbe forse più essenziale: la vita e la morte, il bene e il male, la felicità e l'infelicità. Come dando licenza a una furia a lungo repressa ('Come si pronunciò un tempo, con orrore, "stato di natura", così mi trovo a dire, con è pari orrore, "stato di società"'), Sgalambro ha voluto, con questo 'pamphlet', scendere in mezzo alla 'società' di cui tanto si parla per analizzare di cosa è fatta. Sferzante, caustico, dichiaratamente provocatorio, ha così enunciato, con argomenti lucidi e appuntiti, le ragioni del suo dissociarsi da un amalgama politico-sociale dove la ricerca ansiosa della mediocrità va unita al desiderio di disprezzarla, in un circolo vizioso che permette di garantirsi con poca fatica una immeritata buona coscienza. La forma è diretta e bruciante, ma in filigrana si riconoscono i lineamenti di una 'filosofia solitaria' che molti lettori hanno scoperto con ammirazione in questi ultimi anni.
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Titolo: Dell'indifferenza in materia di società
Autore:
Manlio Sgalambro
Editore: Adelphi
Data di Pubblicazione: 1994
Pagine: 90
Formato: Brossura
ISBN: 9788845910807