Da Otway a Goethe, a Hofmannstahl, la storia dei congiurati spagnoli che volevano impadronirsi di Venezia e distruggerla ha spesso colpito l'immaginazione di grandi scrittori. Ma soltanto con i numerosi frammneti della "Venezia salva" di Simone Weil la vicenda sembra averci trasmesso la sua ultima verità: "una città perfetta, che sta per essere piombata nel sogno orrendo della forza; un uomo attento che, all'improvviso, la 'vede' e la salva". In questo "teatro immobile" il perno è Jaffier, il congiurato che tradisce i compagni e salva la città. In lui si rinnova la figura del giusto che blocca la corsa del male, consumandolo in sofferenza sulla propria testa. A fronte di Jaffier è un altro congiurato, Renaud, posseduto dal sogno della forza, "Monomaniaco, elegantissimo, spaventosamente veridico", egli conosce con piena licidità l'articolarsi della forza nelle cose e nella mente. Il conflitto fra questi due esseri, mentre sullo sfondo intravediamo il "roseo gioiello" di Venezia, è uno dei rarissimi del teatro del nostro secolo che possa essere definito 'tragico'. Qui la parola 'distruzione', uscendo da ogni vaghezza, assume connotati precisi come quelli delle pietre di una città. Qui possiamo constatare, una volta per tutte, come la parola d'ordine degli oppressori sia sempre la stessa: "Noi facciamo la storia".
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Titolo: Venezia salva
Autore:
Simone Weil,
C. Campo
Editore: Adelphi
Data di Pubblicazione: 0
Pagine:
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ISBN: 9788845902391