Anche se abitualmente si pensa alla semiotica come a una disciplina legata strettamente alla contemporaneità, in realtà, un interesse per i segni è molto antico ed è ampiamente attestato nel mondo classico: da Aristotele, in primo luogo, agli stoici e agli epicurei, infine ai retori romani, che interpretano quello semiotico come paradigma indiziario, finalizzato all'arte da detective dell'avvocato in un procedimento giudiziario. In tutto questo percorso, nella semiotica antica non si operano un collegamento e una saldatura con la teoria del linguaggio; solo con Agostino, nel IV secolo d.C., segno linguistico e segno non linguistico vengono sussunti sotto un'unica categoria. L'ampio saggio di Manetti colma una lacuna del 'campo semiotico': quella riferita alla 'preistoria' della semiotica stessa, che ha i suoi più remoti antecedenti nell'antichità classica (Mesopotamia, Grecia, Roma). Attraverso i suoi dieci capitoli il libro ricostruisce la storia della riflessione sui 'segni', dalle remote origini divinatorie alla fusione agostiniana tra teoria del segno e teoria del linguaggio.
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Titolo: La teoria del segno nell'antichità classica
Autore:
Giovanni Manetti
Editore: Bompiani
Data di Pubblicazione: 1987
Pagine:
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ISBN: 9788845203046