Chi o che cosa prende le decisioni che diciamo nostre? Le nostre scelte sono dovute esclusivamente alle cellule nervose del cervello, o vi prende parte qualche altro aspetto della nostra natura? Julien de la Mettrie, medico francese dell'età dell'Illuminismo, scrisse il libro L'Homme Machine, L'uomo macchina. La tesi che vi difendeva era che, se la materia poteva auto-organizzarsi, come molti cominciavano a supporre, allora la vita stessa poteva essere meccanica e noi umani nulla più che macchine complesse. Non ci sarebbe stato bisogno di un'anima o di qualche altro fattore misterioso per donarci la scintilla vitale: la materia da sola poteva fornire tutto ciò che era necessario per produrre un essere umano vivente e senziente. Ma com'è possibile che tutta la ricchezza del mondo delle nostre esperienze soggettive nasca da quel che avviene in un fascio di cellule nervose? Chris Nunn propone una nuova metafora: siamo più simili a un racconto o a un film che a una macchina. Certo i racconti debbono essere scritti con una matita o un word processor e messi in un libro, i film debbono essere proiettati o diffusi attraverso un televisore. Le apparecchiature di questo tipo hanno un equivalente nei nostri organismi, e in questo contesto la metafora della macchina è appropriata: non lo è invece, sostiene Nunn, in riferimento all'essenza del racconto o del film - e libero arbitrio e responsabilità sono proprietà del racconto, non dell'apparecchiatura usata per proporlo.
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Titolo: Il fantasma dell'uomo macchina
Autore:
Chris Nunn
Editore: Apogeo Education
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788838787652