Una tradizione di studi ha dimostrato che la poesia di Montale si nutre di cultura. Le conversazioni qui raccolte fanno un bilancio di queste ricerche e insieme suggeriscono, relativamente ai primi tre libri montaliani, alcune nuove prospettive. Attratto, all'epoca dei primi Ossi di seppia, dalle posizioni di pensiero volte a un'idea di scrutinio radicale del vivere, Montale appare, nei componimenti finali della raccolta, teso ad accogliere e a riscrivere con accenti assolutamente moderni i temi della fase più alta del pensiero di Schopenhauer, tra i quali è l'abdicazione come paradossale via al ritrovamento di sé. Su questa radice, non più rinnegata, si innesta la meditazione stilnovistica e dantesca della donna apportatrice di salute, la cui lontananza produce l?"inferno certo" delle Occasioni. L'incontro e il dialogo con Gianfranco Contini negli anni Trenta apre al poeta nuovi spazi di pensiero: nei primi anni Quaranta Montale legge Jaspers che conosce insieme a Karl Barth nelle rencontres ginevrine del dopoguerra. Si matura per queste vie e poeticamente si formula la nozione di riscatto trascendente che si attua nel fallimento estremo e l'idea di continuità tra consumazione e persistenza che traluce dalle Silvae e ancora è attiva nelle Conclusioni provvisorie, a sigillo del primo ciclo della poesia montaliana.
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Titolo: Sulla cultura di Montale. Tre conversazioni
Autore:
Claudio Scarpati
Editore: Vita e Pensiero
Data di Pubblicazione: 1997
Pagine:
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ISBN: 9788834339862