L'autrice utilizza l'immagine del 'ponte' per riferirsi alla comunicazione tra due entità separate e distinte, che possono essere persone, idee o processi psichici. La frequenza con cui questa immagine compare negli scritti di analisti e psicoterapeuti la induce ad attribuire al 'ponte' una forte valenza archetipica. Di qui il suo interesse storico e antropologico per i rituali riferiti a ponti, e la convinzione che questa figura sia il terzo elemento necessario in ogni processo dialettico. Il libro presenta un'efficace combinazione di riflessione teorica e applicazione clinica. La lunga esperienza dell'autrice le consente di trattare in modo non settario - e con la massima apertura al confronto con le scuole non junghiane (vedi i riferimenti a Melanie Klein e a Winnicott) - i concetti di transfert, controtransfert, identificazione proiettiva, narcisismo, masochismo, e argomenti come la pedofilia. Il libro testimonia inoltre i suoi interessi in campo letterario (vedi il capitolo su D. H. Lawrence). Scritto in un linguaggio chiaro e concreto, rivolge a tutti i cultori e gli studiosi di scienze umane, ed è un ottimo strumento per la formazione di analisti e psicoterapeuti.
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Titolo: Il ponte: una metafora dei processi psichici
Autore:
Rosemary Gordon,
Augusto Romano,
Edgardo Faure,
Vittorio Piccioni
Editore: Bollati Boringhieri
Data di Pubblicazione: 2003
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788833957036