Letteratura, cinema, numeri, arte, forme, architettura, immaginazione, spazio. Un racconto anche molto personale alla ricerca di alcuni fili di Arianna per tentare di rendere visibile il legame, spesso nascosto, tra matematica, arte e cultura. Non volendo affermare che tutto è matematica, che senza matematica non si può parlare di arte, ma neppure che la matematica è una parte separata della conoscenza umana, riservata a pochi eletti che hanno il dono di poterla comprendere. Ha scritto Max Bill: "Si sostiene che l'arte non ha niente a che fare con la matematica, che quest'ultima costituisce una materia arida, non artistica, un campo puramente intellettuale e di conseguenza estraneo all'arte. Nessuna di queste due argomentazioni è accettabile perché l'arte ha bisogno del sentimento e del pensiero... Il pensiero permette di ordinare i valori emozionali perché da essi possa uscire l'opera d'arte". E Matisse: "L'importanza di un artista consiste nella quantità di nuovi segni che ha introdotto nell'arte". Dunque, un viaggio alla ricerca dei segni e dei numeri. Dei segni lasciati da artisti, scrittori, registi, e certo matematici. E dei numeri come mistero, racconto o simbolo, come scrittura e pittura. Numeri e segni, simboli e leggi, strutture e immagini. Lo spazio, le forme, le logiche: tutto diventa possibile, inventabile, realizzabile. La matematica apre nuove strade alla creatività. Un'utopia, un sogno, il tema del libro.
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Titolo: Visibili armonie. Arte, cinema, teatro e matematica
Autore:
Michele Emmer
Editore: Bollati Boringhieri
Data di Pubblicazione: 2006
Pagine: 430
Formato: Libro rilegato
ISBN: 9788833917290