La "società proprietaria", annunciata come un nuovo attraente scenario, è una 'polis' al tempo stesso protomoderna e postmoderna, nella quale ciò che era pubblico diviene privato, ciò che era politico diviene economico, ciò che apparteneva alla produzione decolla nell'etere dell'immateriale. Nei movimenti del mercato azionario si riflettono processi non lineari e determinismi nascosti, ma anche strategie ben calcolate da pochi attori avvantaggiati sul piano dell'informazione e della posizione nel gioco. Gli scandali dei primi anni del Duemila hanno toccato solo la parte più visibile del nuovo capitalismo finanziario globale, che si muove senza luogo né peso, mentre ondate anomale di incertezza minacciano il lavoro e le pensioni, i salari e i piccoli risparmi. Il nuovo accento sulla privatizzazione e sulle opportunità individuali risulta promettente per minoranze privilegiate. La politica può ancora mantenere un ruolo solo cooperando con poteri finanziari che influenzano in penombra gli organismi mondiali e le agende dei governi. Dal controllo democratico possono restare fuori le decisioni davvero importanti per le sorti di tutti, dei lavoratori stabili e di quelli flessibili, dei pensionati e dei piccoli risparmiatori. Ma allora, di fronte a un mutamento di tale portata e profondità, che cosa si può ancora fare per restituire al cittadino una possibilità di partecipare e di agire? E' l'interrogativo che si pone questo libro.
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Titolo: Democrazia e vertigine finanziaria. Le avventure del cittadino in una società proprietaria
Autore:
Alessandro Casiccia
Editore: Bollati Boringhieri
Data di Pubblicazione: 2006
Pagine:
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ISBN: 9788833917030