Le innovazioni più rilevanti, delle quali avremmo particolare bisogno in Italia, derivano da processi in cui il valore innovativo è correlato a complessità, incertezza, tensioni nel coordinamento tra diversi attori. Serve perciò una specifica organizzazione, e un suo primo elemento è il "contratto" che ha lo scopo di evitare spreco di risorse e di garantire mutuo impegno. In presenza di contratto emerge però un secondo aspetto delle tensioni nel coordinamento che è spesso trascurato: i conflitti tra visioni contrastanti circa il miglior modo di procedere. Se, tuttavia, da questo conflitto si esce con il compromesso, il processo innovativo muore. Occorre invece rovesciare un modo di pensare motto diffuso. L'innovazione non viene dopo l'uscita dal conflitto, ma è essa stessa che ne costituisce l'uscita. Ne segue che l'innovazione è l'esito di un particolare tipo di conflitto, "imperfetto non patteggiabile", non gestibile dagli attori senza una regia. E indispensabile una leadership "trasformatrice". Ma, per tale caratterizzazione, essa non può assumere anche le funzioni proprie del contratto. Alcune applicazioni di questo semplice modello sembrano incoraggianti sia nello studio di casi (Echelon, Olivetti, Motorola, software Open Source, IBM sistema 360) e sia nell'analisi di 30 Patti Territoriali in Italia. I buoni risultati innovativi si hanno con leadership forte e contratto forte, mentre non si ottengono quando manca uno di questi due elementi.
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Titolo: Conflitto e innovazione. Le capacità innovative delle imprese tra organizzazione e intenzionalità
Autore:
Gilberto Seravalli
Editore: Egea
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine: 124
Formato: Brossura
ISBN: 9788823821385