Perché noi siamo ricchi e loro no? Da quando Solow varò la teoria della crescita alla fine degli anni cinquanta, l'economia si interroga sulla persistenza del divario di reddito e benessere fra paesi avanzati e paesi (perennemente?) in via di sviluppo. Uno dei corollari del modello di Solow è infatti che un paese povero crescerà più rapidamente di uno ricco fino a convergere al suo stesso livello di reddito (processo di "catching-up"). La realtà ci dice che troppo spesso ciò non avviene. La questione della mancata convergenza ha potuto finalmente essere oggetto di indagine empirica a partire dagli anni ottanta, grazie alla compilazione di tabelle di contabilità nazionale con il metodo delle parità dei poteri d'acquisto per tutte le economie del mondo. Da allora la ricerca sulla convergenza condizionale, sulla scia dei lavori di Barro, Baumol e altri, ha conosciuto un'esplosione. La convergenza nei livelli di reddito sarebbe frustrata dalla scarsità di capitale umano e da errate politiche macroeconomiche e commerciali. Ma Prescott e Parente sono andati oltre il concetto pigliatuttpo di "social capability" utilizzato dai lavori di cui sopra. Sono riusciti a fornire una teoria rigorosa delle barriere che impediscono al "catching-up" di operare. I mercati protetti ritarderebbero la diffusione di tecnologie avanzate all'interno dei paesi arretrati: sono i monopoli e le barriere alla prosperità del mondo.
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Titolo: Barriere alla ricchezza delle nazioni
Autore:
Raffaella Rojatti,
R. Rojatti,
Edward Prescott,
Stephen Parente
Editore: Egea
Data di Pubblicazione: 2001
Pagine:
Formato: Brossura
ISBN: 9788823807020