Laddove le fasi di lavorazione di un prodotto (ad eccezione della materia prima) avvengano esclusivamente in Italia, è evidente che non vi siano problemi sulla determinazione dell'origine del prodotto. Laddove invece le diverse fasi di lavorazione avvengano in differenti Paesi, europei o extra UE, sorge il problema dell'esatta individuazione dell'origine del prodotto. Oggi, se il consumatore acquista un prodotto recante l'indicazione "Made in Italy", ciò può significare due cose distinte: la prima è che il ciclo produttivo del prodotto sia avvenuto interamente sul territorio dello Stato (in tal caso l'imprenditore potrebbe a pieno titolo denominare anche con 100% Made in Italy ovvero prodotto interamente italiano); la seconda è che sia avvenuta in Italia solo la cosiddetta lavorazione sostanziale prevalente che, ai sensi dell'art 24 del Codice Doganale Comunitario, è l'ultima trasformazione o lavorazione sostanziale economicamente giustificata ed effettuata in un'impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione. Il manuale ha il fine di far chiarezza su questo sistema bicefalo e vuole rappresentare un'utile guida all'imprenditore al fine di determinare l'esatta origine dei prodotti nel caso di delocalizzazione produttiva non senza proporsi quale strumento per gli operatori del settore e per quei consumatori interessati ad un acquisto consapevole.
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Titolo: Fatto in Italia? No, made in Italy. Guida rapida a disposizione degli imprenditori nel complicato mondo dell'indicazione di origine italiana
Autore:
Daniela Mainini
Editore: Ipsoa
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine:
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ISBN: 9788821736711