Mentre negli Stati Uniti la città che senza soluzioni di continuità si estende per centinaia di miglia anche su tre stati ha un nome ben preciso, Sprawl, in Italia le definizioni sono ancora molte: città infinita, città diffusa, città diramata, città regione o addirittura "città in formazione" o "città in nuce". C'è uno sforzo di comprendere e, soprattutto, di comunicare questa nuova città diffusa che anche in Italia sta velocemente saldando non solo le città più piccole a quelle maggiori ma anche i più grandi comuni capoluogo. Nello stesso tempo emergono già sul piano delle analisi le resistenze di una cultura e di una politica legate all'idea tradizionale di città compatta. Afferma il filosofo Jurgen Habermas: "La nostra idea di città è strettamente legata al nostro modo di vita. Il nostro modo di vita sta cambiando così rapidamente che la nostra idea di città non è in grado di svilupparsi simbioticamente allo stesso ritmo". E necessario superare i frequenti luoghi comuni, tanto positivi che negativi, ed evitare manichee contrapposizioni che collocano tutte le positività nella città compatta e le negatività in quella diffusa. Un'analisi critica delle esperienze europee e nordamericane, e di ciò che è avvenuto sul territorio italiano nell'ultimo mezzo secolo, può fornire gli strumenti a studiosi, amministratori e politici per comprendere e governare la città nuova che, inglobando quella storica e compatta e quella diffusa ed anonima, sarà la condizione urbana per i decenni a venire.
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Titolo: La città diffusa. Luoghi pubblici, luoghi comuni, luoghi abusivi
Autore:
Simona Totaforti
Editore: Liguori
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine: 122
Formato: Brossura
ISBN: 9788820758257