Gli anni in cui visse Galla Placidia (388?- 450 d.C.) corrispondono al culmine della crisi del mondo romano. Le forze che sin dall'inizio corrodevano il dominio di Roma, e cioè i barbari e le dottrine negatrici dei valori romani, in quei decenni soverchiarono le difese militari e quelle ideologiche. Gli invasori devastarono l'Europa e l'Africa: mentre si disfaceva la struttura economica e amministrativa delle province, il cristianesimo raggiunse il dominio esclusivo del pensiero e della morale. Placidia vide l'impero invaso, fu catturata dai Visigoti, operò forse un consapevole tentativo di conciliazione tra l'elemento germanico e quello romano; nei concilii, intanto, i vescovi demolivano le ultime barriere teoretiche del pensiero antico. Conforme alla politica del padre, Teodosio, Placidia mirò a valersi di due fattori intrinsecamente estranei alla romanità, quello etnico e quello spirituale, come puntelli dell'impero; benché di stirpe regale, sposò un barbaro, il Visigoto Ataulfo; più tardi, pose l'autorità civile al servizio della Chiesa e dei suoi dogmi. Così facendo, avanzò nel senso della storia e accelerò l'avvento del Medioevo. Più che indagine psicologica, questa biografia è il tentativo di inquadrare un'esistenza nel suo tempo e di illuminarne la portata nel trapasso dal mondo antico al Medioevo.
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Titolo: Galla Placidia
Autore:
Lidia Storoni Mazzolani
Editore: Rizzoli
Data di Pubblicazione: 2002
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ISBN: 9788817128148