E' indicativo che Poe mostrasse una particolare predilezione per "La bottega dell'antiquario", pur riscontrandovi quell'eccesso di commiserazione che, con la morte della piccola Nell, coinvolse migliaia di lettori di qua e di là dell'Atlantico. Di Little Nell si disse allora che era "commovente come Cornelia" e un'eco di Shakespeare sembra cogliersi nel suo stesso persecutore, il nano Quilp, le cui perverse macchinazioni sostengono la trama vittoriana della fanciulla inerme e perseguitata. Per il lettore moderno, tuttavia, il motivo principale di seduzione deriva dalla misteriosa e bizzarra bottega di anticaglie con cui si apre il romanzo; e quando il vecchio antiquario e la bambina son costretti ad andare raminghi, quel mondo inusitato sembra animarsi in una serie di incontri mirabolanti e fortuiti, degni della più spericolata tradizione picaresca. E' questa corte di miracoli a cui appartengono i mestieranti più incredibili, da un ammaestratore di cani a un burattinaio, alla proprietaria di un museo ambulante di cere, a fornire una straordinaria galleria di tipi, di macchiette e di storie minori sullo sfondo di un'Inghilterra altrettanto mutevole, di volta in volta formicolante, lugubre, derelitta. Una storia, come mette in evidenza la preziosa introduzione di Giorgio Manganelli, gremita di simboli e di allusioni favolistiche reinterpretate in chiave grottesca, ingenua e colta a un tempo.
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Titolo: La bottega dell'antiquario
Autore:
Charles Dickens
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Data di Pubblicazione: 1984
Pagine: 656
Formato: 2
ISBN: 9788817124898