Non si possono mettere sullo stesso piano i personaggi della "Bovary" e quelli di "Salambò": gli uni Flaubert li ha visti vivere, studiati, gli altri erano soffi della morte e dovevano rappresentare quello che non erano. Qui sta la differenza fra i due modi di interpretare la realtà che è poi la stessa differenza che passa fra la vita e la morte: e Flaubert aveva sempre preferito la morte, la non-vita, tutto il contrario di quella realtà meschina che lo nauseava. "Truculente facétie", così si era lasciato andare in privato a definire "Salambò" e se si riesce bene a mettere l'accento dove va messo si coglie la vera intenzione dello scrittore. Se si insiste sull'aggettivo si intravvede ciò che ha voluto fare, sul peso che aveva inteso dare alle luci violente, alle voci gridate. Nel dato della 'truculenza' è fissato il destino della sua nuova poetica, di una poetica - aggiungiamo - che tiene ancora oggi e senza dubbio è assai più vitale del composto realismo con cui si era sforzato di regolare il ritratto della Bovary.(Carlo Bo)
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Titolo: Salambò
Autore:
Ezio Fischetti,
Carlo Bo,
G. B. Angioletti,
E. Fischetti,
Gustave Flaubert
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788817123365