Ormai considerato imprescindibile punto di riferimento per lo studio della storia dell'Inquisizione spagnola, questo saggio utilizza il metodo della ricerca storica quantitativa, che ha per oggetto la raccolta, la misurazione e l'analisi di un vasto materiale documentario. Bennassar e i suoi collaboratori hanno potuto stabilire, per esempio, la curva delle attività inquisitoriali, rilevando brusche cadute e altrettanto brusche impennate in correlazione con lo sviluppo degli eventi politici. Una scoperta sensazionale a cui sono giunti gli autori è che la maggioranza degli inquisiti non erano 'marranos' e 'moriscos' (cioè ebrei e musulmani convertiti), o zingari, eretici, streghe e stregoni, ma 'vecchi cristiani'; da qui la tesi che l'Inquisizione, tranne forse nel primissimo periodo, non fu solo un'istituzione avente come obiettivo la difesa della religione e della Chiesa, ma un 'instrumentum regni' in mano alla monarchia spagnola, un sistema di controllo sociale accuratamente costruito ed efficiente. Bennassar sfata alcuni luoghi comuni e cioè gli eccessi delle sentenze e l'iniquità delle procedure, nonché la mancanza nei giudici di qualsiasi obiettività. Questo libro offrì al grande pubblico dei lettori e degli studiosi una visione del tutto nuova dell'Inquisizione, del suo sviluppo storico e del suo tramonto.
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Titolo: Storia dell'inquisizione spagnola. Fatti e misfatti della «Suprema» dal XV al XIX secolo
Autore:
Bartolomé Bennassar,
Nanda Torcellan,
N. Torcellan
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine:
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ISBN: 9788817106726